
La Pride Week di Milano si è chiusa domenica sera, lasciandoci gioiosi, carichi, estasiati, elettrici, innamorati, colorati, storditi. E pure un po’ stanchi: ché ormai, dopo i 30, le 8 ore di fila passate a ballare e cantare le devi espiare tutte l’indomani.
Ma non ci basta mai. Di Pride ne vorremmo uno al mese e la nostra splendida città, Milano, la vorremmo così tutti i fine settimana: piena di musica, di gente per le strade, di colori, sorrisi, abbracci random con gente che conosci appena di vista.
Gli eventi sono stati talmente tanti che è davvero difficile scegliere i momenti migliori di questa Pride Week. La settimana del Pride, infatti, è durata in realtà ben 9 giorni, con più di 50 eventi in programma: da sabato 20 giugno, con la festa inaugurale presso il Padiglione USA a Expo, fino a domenica 28, con il party di chiusura al Karma.
Provo a mettere giù una breve classifica dei 5 momenti che ho amato di più della Pride Week 2015. Si tratta di scelte personali del tutto opinabili: ben vengano i vostri commenti e le vostre contro-classifiche!
5. La proiezione di Cloudburst allo Spazio Oberdan. Sala strapiena, gente seduta per terra, altre decine di persone rimaste fuori dal cinema. Una bellissima serata, in cui il quartiere di Porta Venezia è stato più vivo che mai.

4. L’incontro con Claudio Rossi Marcelli alla Casa dei Diritti. Lo adoro perché è un tenerone e, dopo aver chiacchierato un po’ con lui e aver ricevuto una bellissima dedica, lo amo ancora di più!

3. I messaggi di sostegno da parte di grandi star come Madonna, Mika, Fedez e delle sedi italiane di Twitter e Google. Non si è trattato di messaggi generici in favore dei diritti LGBT, ma di veri e propri endorsement rivolti specificamente a Milano Pride: un gran colpo per la visibilità dell’evento e una bella iniezione di orgoglio per gli organizzatori!

2. La Pride Square. Quest’anno, a causa dell’indisponibilità di piazza Oberdan, non era propriamente una square, ma quasi un intero neighbourhood: da giovedì a sabato via Lecco, via Palazzi e largo Bellintani sono diventati l’epicentro della vita arcobaleno milanese. Bancarelle di cibi e vestiti, gazebo delle associazioni, musica. Grazie alla chiusura del traffico, alcuni bar friendly come il Mono, il Red Café e il Leccomilano hanno finalmente potuto sfoderare i loro dehors. L’atmosfera era gioiosa e rilassata, l’ideale per godersi le serate di fine giugno. Sabato sera il dj set post Pride, a cura di Elle Vegas, ci ha fatto dimenticare la stanchezza dell’afosa marcia pomeridiana facendoci scatenare in pista.


1. Il corteo. Partecipatissimo, colorato, emozionante, vivacissimo grazie alla presenza di 5 carri. Per la strade di Milano hanno sfilato tra le 100.000 e le 150.000 persone. Tantissimi anche i cittadini etero che hanno voluto dare il loro sostegno alla comunità LGBT. È stato senz’altro il corteo più partecipato nella storia dei Pride milanesi e forse anche il più bello a cui ho preso parte in vita mia (al pari dell’Euro Pride di Roma del 2011, persino più emozionante del Pride di Londra del 2012!). Purtroppo mi sono persa il flash-mob finale (il corteo era davvero lunghissimo ed ero rimasta un po’ indietro), ma mi sono emozionata anche solo a vedere le foto di tutti quei Sì alzati al cielo a sostegno dei diritti LGBT.


Ma, come dicevo, il Pride non ci basta mai. E infatti, per sfuggire alla nostalgia e all’improvviso ritorno alla routine, sono già in partenza per il Pride di Madrid! Ve lo racconterò la prossima settimana!